Legionella: perché sul luogo di lavoro si fa prevenzione e a casa tua no?

By Dicembre 9, 2022blog, Legionella

Siamo in presenza di un buco normativo che potenzialmente ci espone all’infezione da legionella.
Certamente i numerosi casi di legionella, in aumento ogni anno, sono dovuti anche ai nuovi test più veloci che individuano il batterio tramite analisi delle urine.
Grazie a queste tecniche si è in grado di individuare con maggior precisione la causa batterica di tante polmoniti che in passato non venivano riconosciute come legionellosi…
E di certo aiuta il fatto che un po’ alla volta sempre più Regioni inizino a raccogliere dati sui contagi in maniera più precisa, per inviarli all’Istituto Superiore di Sanità che li aggrega a livello nazionale…
Una cosa è certa comunque: le statistiche di crescita dal 1997 in poi sono disarmanti.

C’è un aumento esponenziale dei casi di contagio da Legionella in Italia

Questo grafico viene dal portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, dove si spiega anche che “il 77,4% dei casi è stato notificato da 6 Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte), mentre solo il 22,6% è stato notificato dalle rimanenti 15 Regioni”.
È certo che qualcosa non va, c’è ancora molto da fare affinché arrivino da tutta Italia dati più attendibili, va da se che il numero dei casi reali di ammalati di legionellosi è ancora oggi molto sottostimato.
In questo scenario, le norme attualmente in vigore stabiliscono obblighi di controllo e attività di prevenzione sui luoghi di lavoro…

Controlli molto più approfonditi di quelli previsti per le famiglie.
La legge impone che le autorità locali garantiscano la fornitura di acqua potabile solo fino al contatore.
Da lì in poi, è responsabilità della famiglia o del condominio accertarsi che non ci siano alterazioni nell’impianto idrico delle abitazioni che causino aumento di carica batterica o presenza di inquinanti non desiderati.
La Legionella, secondo il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro n.81/08 sulla sicurezza sul lavoro, è un agente biologico in grado di causare malattie nei soggetti umani.
I luoghi di lavoro più a rischio contagio – per lavoratori e “visitatori” – sono ospedali, cliniche, case di cura, impianti per attività sportive, alberghi, campeggi, attività termali e tutti quelli in cui ci sia acqua che può venire nebulizzata in qualche modo, anche accidentale, perché il batterio entra nel corpo umano per inalazione!
In sostanza, ogni datore di lavoro – a prescindere dal maggior rischio o meno – è obbligato a valutare il rischio effettivo di Legionella in tutti gli spazi di sua responsabilità, nonché sottoporre questi ultimi ai trattamenti anti-legionella per evitare proliferazione e possibile contagio.
I luoghi di lavoro devono essere controllati.
Si tratta di spazi in cui transitano decine, centinaia o anche migliaia di persone ogni giorno.
Addirittura, una sentenza della Corte di Cassazione Penale (Sezione IV, sentenza n. 23147 del 12 giugno 2012) ha stabilito che la sicurezza sul lavoro non riguarda solo i lavoratori, ma tutti coloro che a vario titolo frequentano il luogo di lavoro: clienti, fornitori, subappaltatori, visitatori, etc.
Il punto è che tutte queste persone – operai di aziende, staff di centri sportivi, personale scolastico, e via dicendo – passano molte ore della loro giornata FUORI dai luoghi di lavoro, e di certo tornano a casa propria ogni sera.

Chi le controlla, tutte queste case?
Se vogliamo proteggere gli italiani quando lavorano, non sarebbe il caso di proteggerli anche in casa loro?
Tra l’altro, consideriamo il tasso di mortalità della Legionella.
Arriva fino al 10% nei soggetti che erano sani prima del contagio…
Ma sale al 40-50% per le persone anziane, col sistema immunitario compromesso, già gravate di patologie alle vie respiratorie come i soggetti Covid-19, o che hanno subito trapianti di organi…
E sono tutte persone che NON LAVORANO, nella maggior parte dei casi.
Capisci l’ambiguità della cosa?
I controlli più accurati per prevenire e contrastare i contagi da Legionella sono effettuati nei luoghi di lavoro, dove paradossalmente il pubblico è costituito per la maggior parte dalle persone che si ammalano meno…
Mentre al contrario, le maglie della normativa sono molto più lente nelle abitazioni private, proprio dove passano molto tempo i soggetti più a rischio!
Vogliamo fare un discorso a parte per gli ospedali?
L’origine nosocomiale dei contagi è la causa primaria di nuovi casi ogni anno.
Significa che chi è ricoverato in ospedale potrebbe contrarre la Legionella molto più facilmente di chi è fuori dall’ospedale (lo conferma il già citato rapporto dell’ISS).
Quindi negli ospedali troviamo sia tanti lavoratori – il personale ospedaliero, sanitario e non sanitario – ma anche soggetti a rischio e visitatori, a migliaia ogni giorno.
A maggior ragione, la prevenzione fatta nelle case aiuterebbe a tenerci lontani dagli ospedali, dove il rischio di entrare in contatto con altri ceppi del batterio schizza alle stelle.
Le linee guida del Ministero della Salute per la prevenzione ed il controllo della legionellosi sono il punto di riferimento attuale per quanto riguarda il contenimento del rischio di contagi sul lavoro e la riduzione del numero di casi.
Per i luoghi di lavoro si deve intervenire sia con interventi preventivi che possano ridurre la presenza e la concentrazione di Legionella…
Sia con provvedimenti di intervento rapido nel momento in cui si scopre un contagio o un’epidemia.
Il decreto 81/08 stabilisce che “il datore di lavoro, oltre a prevedere interventi di protezione individuali e/o collettivi, deve operare in un’ottica di prevenzione, attraverso la definizione di “misure tecniche, organizzative, procedurali” volte ad evitare il rischio di esposizione”.
Perciò, se nei luoghi di lavoro c’è tutta questa attenzione, ma nei luoghi di lavoro è più raro trovare i soggetti più in pericolo…

Cosa possiamo fare per proteggere le nostre case, dove abitano anche tante persone più sensibili al problema, o addirittura con la salute già compromessa?
La cosa migliore è continuare ad attenersi alle linee guida del Ministero della Salute.
Bisogna fare controlli preventivi, soprattutto nelle abitazioni con tubature vecchie e impianti idrici che non ricevono adeguata manutenzione.
Una volta fatta l’analisi dell’acqua e la conta dei batteri presenti, se il numero va oltre la soglia di rischio e indica un pericolo per la salute umana allora bisogna intervenire immediatamente con interventi sull’impianto.
Il pericolo, infatti, è che aumenti il Grado di Intensità dell’Esposizione.
Si tratta di un indicatore che aiuta a prevedere quanto è probabile che ci si ammali di Legionella.
In poche parole, è quasi impossibile estirpare del tutto il batterio, ma si può contenerlo entro una presenza così bassa da essere innocuo per la nostra salute.
Di certo, un soggetto sano riesce a tollerare un Grado di Intensità dell’Esposizione maggiore di un soggetto a rischio.
Meno batteri ci sono nelle nostre tubature, e meno tempo passiamo in loro compagnia, e meno è probabile che ci ammaliamo di Legionella.
Ora che hai capito quanto siamo esposti al pericolo di contagio nelle nostre case per la mancanza di una normativa “forte” quanto quella per i luoghi di lavoro…
…non ti resta che proteggere la tua salute e quella della tua famiglia richiedendoci delle analisi accreditate per verificare lo stato della distribuzione di casa tua.

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